lunedì 21 marzo 2022

 Da Patrizia

Trovo difficile in generale il commento di un classico ed in particolare mi sembra che  questo romanzo si presti a  possibili differenti chiavi di lettura, ma, tenendo fede all'invito che faccio sempre a tutte, provo a scrivere qualche impressione.

La mia prima reazione nei confronti di questo testo è stata piuttosto critica, quasi di rifiuto, e, in risposta a Paola che me ne chiedeva il perchè, non riuscivo che a ricorrere a confuse motivazioni sul suo essere troppo "lontano" nel tempo. Poi la lettura ha cominciato a scorrere piacevole e veloce, nel gusto di una scrittura molto ricca e coinvolgente, direi notevole. Riflettendoci ora credo che il mio disagio fosse nell'impossibilità di "immedesimazione" e compartecipazione emotiva alla vicenda narrata.

Il romanzo, nella piacevolezza della scrittura e nella finezza delle notazioni psicologiche, ti trascina in un intreccio di piani narrativi differenti, in cui solo apparentemente le vicende sentimentali sono protagoniste.

Così la vita di una borghesia di provincia impegnata ad ostentare la propria ricchezza, di una nobiltà troppo assuefatta ai propri privilegi e al potere di controllo sul destino altrui, di un clero potente e lacerato da rivalità, che nell'uso del latino perpetua la propria supremazia culturale, prendono vita propria e delineano il quadro potente di un'epoca e di un momento storico.

Mirabile la descrizione della vita nel seminario, affresco di un ambiente chiuso nelle feroci e meschine lotte per l'affermazione!

Il giovane Sorel, in perpetuo tentativo di rincorrere le proprie ambizioni, diventa protagonista di implicazioni storiche, ideologiche, psicologiche e di costume, che, in situazioni complesse ed articolate, danno vita a verità universali.  Nella sua determinazione a guidare razionalmente il proprio destino, Julien si scontra con le proprie contraddizioni emotive, i giochi dell'amore e del sesso, un codice d'onore che prevede la sfida della morte per futilissimi motivi ed un'interpretazione della religione più legata alla secolarità di un ruolo che a motivazioni di fede.

Accanto ad un protagonista che punteggia di introspezioni e sottolineature psicologiche lo svolgersi delle proprie azioni, in continuo dialogo con il lettore, le due principali figure femminili, (a mio avviso, vengono relegate dall'autore nel loro ruolo di amanti irriducibili ed infelici, senza emergere a tutto tondo nella complessità del loro essere donna.