martedì 27 aprile 2021

v ento

 Non conoscevo il vento....nella bassa pianura da cui venivo predominava un'aria piatta umida o afosa secondo le stagioni....Un'illusione di vento provavo in bicicletta lungo le stradine di campagna.........Nell'isola tutto sconvolgeva le forme usate   gli odori   i cieli   i profili delle montagne che non erano montagne ma aguzze colline che in primavera si coloravano di rosso di gialli di celesti che si opponevano al vento in una lotta passiva continua, appena scalfiti ma a lungo corrosi perchè il vento era l'anima che non abbandonava  quelle montagne che non erano montagne....che venisse dal mare o venisse da terra era un grande respiro pulito....un giovane pino isolato si piegava quasi  in  ginocchio a chiedere pietà.....

mercoledì 21 aprile 2021

C'era

 C'era.... lo struscio, la domen ica mattina, dopo la messa,lungo il vialetto che andava dal Bar Centrale alla grande piazza dominata dalla chiesa mussoliniana, e nell'incrociarsi, c'era un ragazzo che intonava "Un ' ora sola ti vorrei...e al secondo incrocio....per dirti quello che non sai     e c'erano altri ragazzi sui muretti a fischiare, se ne valeva la pena, ad altre ragazze che venivano da altre strade...E la domenica,i tre strati della citta' si rimescolavano, dalla periferia delle casette operaie risalendo verso i villini dei geometri degli avvocati, fino alla parte alta delle ville degli ingegneri e dei notabili, ai margini della grande chiesa.......Erano scomparsi i minatori, forse dormivano nelle casealbergo in un 'meritato    riposo'...E c'era....risalendo il pendio del monte Rosmarino...c'era all'orizzonte ...il mare che respirava  e  non pareva piu' lontano...

Scusate questa altra intrusione ma divergere è solo un grande piacere......

lunedì 19 aprile 2021

Letizia scrive:

 Care amiche, finalmente,cliccando su "nuovo post"mi si è aperto per cui  questo post è di prova. Anticipo che scrivere non è.. cosa mia! Vi leggerò volentieri ( ora vado a scoprire cosa avete scritto!) Voglio evitare banalità, approfitto di questa giornata piovosa e grandinosa per dedicarmi a capire meglio come muovermi sul "computer" : A proposito delle parole straniere, i francesi dicono "ordinateur", e francesizzano tutte le parole, anche i nomi di città e di persone..naturalmente esagerano in senso contrario al nostro: Ho letto quello che ha scritto Anna a proposito delle parole inglesi e sono d'accordo con lei che ormai, in ambito di comunicazione tecnologica l'inglese è assolutamente necessario: Per me, povera sprovveduta, il problema è capirne il significato! 

Un abbraccio a tutte da Letizia 

venerdì 16 aprile 2021

 Care amiche soltanto per ricordarvi che i commenti ai post mi pare siano leggibili solo dall'altra pagina del blog, quella con tutti i libri squadernati cui si accede cliccando su "visualizza blog". Per adesso i commenti sono pochi ma magari in seguito...

 Ciao, oggi posso solo dire "Miaooo!

 Non credo di avere problemi

Un saluto

Matilde

 Non ho nulla da scrivere. Faccio solo la prova per vedere se anche per me ci sono difficoltà

Matilde

giovedì 15 aprile 2021

 

                             Come Gioconda in tempi di covid

 

Ci eravamo dimenticati cosa volesse dire guardarci davvero. Lo sguardo che si posa su oggetti e cose attirato da caratteristiche che registra e fruisce non è lo stesso che passa tra esseri viventi, soprattutto nel silenzio della parola. Anche la bestiola che ci fissa dice tutto quello che vuole e ci impegna ad interpretarlo; nasce un discorso esclusivo che cerca risposta, linguaggio più efficace del miagolio o dell’abbaiare. Neppure la mimica facciale è presente, strumento che l’uomo utilizza per tutti i suoi fini e contesti, in modo non sempre affidabile.

Mi si dice, e ne sono affascinata, che il vocabolo “sguardo” indica “togliere la guardia”, accettare la sfida di esporre la propria anima all’incontro con l’altro. La vista è un senso che, dopo aver registrato, ci permette di conoscere a diversi livelli e se si incontra con lo sguardo altrui può avere effetti straordinari. Esiste il paradosso di quella tela inerte su cui è dipinta l’immagine femminile più famosa al mondo, la Gioconda di Leonardo, che deve il suo fascino all’intensità misteriosa degli occhi, che solo una mano geniale potè rendere così vivi. Perfino le vignette ironiche che la rappresentano con mascherina sul suo indecifrabile sorriso, hanno evidenziato, se possibile, l'efficacia dello sguardo. Tutto ciò diventa più chiaro in tempi come questi.

La mia nipote numero sette, degli otto che sono la presenza più stimolante in questa mia fase della vita, è stata testimone e fondamento delle riflessioni in proposito. Un anno fa il sacrificio più duro, non poter abbracciare, toccare, neppure vedere da lontano quelle care persone, nonostante vivessimo a distanza di poche strade; ma, felicemente informata, potevo andare in alcune rivendite di prima necessità, come alimentari ed edicole, che avevano una collocazione strategica nel nostro quartiere. Così concordammo un incontro a distanza dal verduraio. Io da una parte, mia figlia e la piccola Lara, sei anni, dall’altra, arrivate a distanza di qualche minuto,ci ritrovammo divise da diversi clienti in fila, distanziati anch’essi. Le mascherine coprivano i nostri sorrisi, le mani si agitavano in saluti impotenti. Finchè il mio sguardo incrociò lo sguardo di Lara e ci fermammo a lungo nel guardarci. Ci fu un luccichio negli occhi di lei, che senza preavviso si staccò dalla mano della mamma, correndo ad abbracciarmi forte alla vita, come la sua altezza le consentiva. Io ricambiai come potevo, conscia dell’attenzione delle persone in fila, ma è inutile descrivere quel qualcosa di molto dolce che ci sommerse entrambe. Segnalai a mia figlia l’urgenza di non interrompere quell’incontro, presi la mano di Lara e ci dirigemmo felici verso l’edicola al di là della strada.

In questi mesi molte volte ho potuto godere, in varie occasioni e con persone “speciali”, l’effetto di questa comunicazione, annoverandone l’esperienza come uno dei pochi, preziosi portati della situazione di privazione vissuta. Arrivando a considerare la differenza qualitativa di quel flusso affettivo con altre modalità che tanta presa hanno avuto sulle relazioni umane, occupandone addirittura il campo in tempi di pandemia. Come l’indefessa, direi ossessiva attività on line, con scambio di messaggi edulcorati dall’illusione di sentirsi vicini in forma splendida ed invincibile. La realtà è lontana, come la nostra normalità, bisognosa di sincere e palpabili espressioni affettive.   

mercoledì 14 aprile 2021

 Care amiche mi spiace non essere potuta entrare nel blog anche se non av evo finito di leggere Calaciura, mi e' mancato il mio angelocustode! Rientro nel blog scrittura sempre dalla "finestra" come divagazione o  intrusione come preferite.

La mia casa aveva due affacci,uno sulla strada che la mattina portava i minatori ai pozzi e alla sera li riaccompagnava alle casealbergo con passo lento e scuro e l'altro era la finestra della cucina che si spalancava sugli orti esul verde della campagna fino alla collina piatta, in fondo all'orizzonte, mio fratello la chiamava la collina dei cocci perchè quando vi andava a giocare a pallone con gli amici ne ritornava spesso con graffi e sbucciature. Io studiavo il pomeriggio sul tavolino poggiato a questa finestra e il verde e la collina erano il quadro del mio studio

Molti molti anni dopo,trasferita in continente, ritornai con mio fratello sulla collina scoperchiata: era Monte Sirai, antico insediamento dei Fenici di Tiro.

 Care amiche, permettetemi di ringraziare particolarmente Patrizia per un doppio motivo: ha espresso efficacemente ed in dettaglio quasi tutto ciò che penso sul testo di Calaciura e mi evita perciò di ripetermi dopo di lei.(Che ci sia anche un pò di pigrizia?). Mi ha fatto anche riflettere sull'unico aspetto che ho trovato sovrabbondante: la sequela di sventure sul villaggio e su Gesù che offuscano, secondo me, il mite realismo delle descrizioni precedenti. Si intuisce una spinta autobiografica dietro alcune scelte, come accade quasi sempre in chi scrive. Da credente piuttosto contestataria e dopo aver macinato autori che indagano sull'umanità di Gesù, mi è piaciuta la versione di Calaciura, solo parzialmente laica, di un personaggio profondo e al di sopra dei suoi simili, debole e forte, il cui destino si svolge nella sua inconsapevolezza,lasciando nei lettori il mistero della sua divinità. Intuisco che sarebbe assai interessante continuare a leggere e dibattere sul tema anche in seguito. Grazie a Calaciura! 

martedì 13 aprile 2021

 

Riunione di Librità dell’11 aprile 2021

                               On line

Care amiche, torniamo ai resoconti delle nostre riunioni.

Pensavo che in un incontro on line mi sarebbe stato difficile prendere appunti e avevo pensato a un registratore audio da attivare durante la riunione… mi avrebbe permesso di consegnarvi un resoconto meno striminzito ma tant’è, per la paura di non riuscire a convocare la riunione: mi sono scordata del registratore.

Comunque, nonostante vari problemi (abbiamo avuto Sandra solo per pochi secondi, il collegamento con Letizia è stato difficile e ci mancano Marta e Adriana), a fare la riunione on line ci siamo riuscite, e siamo riuscite anche a discutere di Io sono Gesù di Giosuè Calaciura, e anche a scegliere il libro per la prossima riunione; il libro scelto lo ha proposto Nilde ed è La quarta parete , un romanzo che ci racconta molte cose sulla guerra civile in Libano, descrivendo la preparazione di uno spettacolo teatrale, non a caso Antigone.

La data del prossimo incontro, ancora on line, è l’11 maggio, un martedì. Zezè ha molto insistito sulla possibilità d’incontrarsi in presenza, quando saremo tutte vaccinate, condizione che però non si verificherà prima di giugno. Certo un incontro in presenza farebbe piacere a tutte, magari all’aperto e con mascherine. Speriamo si possa fare, ma ormai siamo abituate, i progetti a lungo termine non sono possibili o almeno non sono certi.

 Oltre a quello scelto, le proposte di libri non sono state molte (scusatemi se ne ho dimenticato qualcuna): Rita ha proposto l’ultimo romanzo di David Grossman La vita gioca con me, Zezé ci ha parlato di Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio ( seguito de L’Arminuta che abbiamo letto e commentato nel tempo felice in cui c’incontravamo “fisicamente”). Io ho citato, perché m’incuriosisce, un libro che però non ho letto, Apeirogon, opera di uno scrittore nato e cresciuto a Dublino ma forse di origine scozzese, Colum MC Cann. E’ la storia (ispirata a fatti realmente accaduti) di due padri, un palestinese e un israeliano, le cui figlie bambine sono state uccise nel corso della lotta infinita tra i loro due popoli. Il lutto li unisce nell’amicizia e nell’impegno per la pace. Comunque è un libro forse troppo lungo, circa 500 pagine. Ho anche citato , a proposito di Io sono Gesù, un racconto di David Herbert Lawrence (letto tantissimo tempo fa e di cui non ricordo il titolo) sulla vita di Gesù dopo la resurrezione e l’ultimo incontro con gli apostoli. Se lo trovate…

Non lo abbiamo nominato durante la riunione, ma a quasi tutte noi è appena arrivato un libro autobiografico della nostra Elvira Paladini, curato dalla figlia; credo che nella prossima riunione avremo voglia di commentare anche questo testo. Inutile dire qui quanto fosse cara Elvira a chi l’ha conosciuta.

 Sul libro di Calaciura sono state dette cose interessanti che non mi è facile riferire (benedetto registratore!). A quanto pare lo abbiamo letto volentieri tutte, ad eccezione di Anna a cui non è piaciuto; ce lo ha spiegato chiaramente a voce e anche  per iscritto nel blog. A Patrizia invece il libro è piaciuto molto e poiché anche lei ci ha raccontato la sua opinione per iscritto sul blog in modo molto chiaro, non sto qui a ad arrabattarmi in un resoconto magari infelice. Anche a Zezé il libro è piaciuto, ma poiché è stata la prima a parlare e io ero ancora piuttosto tesa sulla riuscita della riunione e sulle mie deficienze informatiche, non riesco a ricostruire bene il suo discorso: In sostanza le pare che Calaciura sia riuscito a raccontare un personaggio assolutamente terreno, senza mitizzazioni, mantenendo però il mistero della sua eccezionalità. Ritiene però che a volte lo stile sia un po’ eccessivo, come trova un po’ eccessiva la sequela di disastri ”ambientali” raccontata nella seconda parte. Il racconto dei disastri ambientali, e anche sociali (i guerrieri che bruciano il villaggio) a me sembra invece un’allusione molto trasparente, angosciosa ma opportuna, al nostro mondo sull’orlo del baratro. Matilde ha visto nel libro in qualche modo un tradimento del racconto evangelico e non le è piaciuta la rappresentazione del rapporto sessuale con Anna. Giovannella ha apprezzato la prima parte del libro, addirittura ha annotato frasi che le sono sembrate molto belle, mentre pensa che la seconda parte sia eccessiva, troppe cose accadono al di là del verosimile.

 

Mi fermo qui, la prossima volta farò meglio. Un abbraccio a tutte

                         XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

 

                              Avvertenza

 

Dalla pagina principale del blog, quella con i post indicati da una grande lettera maiuscola, si può passare alla pagina di sola lettura dedicata ai non autori del blog ( noi tutte siamo invece autori); cliccando su visualizza blog: in questa pagina ci sono di nuovo i post con una grafica diversa  e più vivace e sotto ogni post c’è la scritta “nessun commento” (almeno finora, poiché nessuna ha scritto commenti); Se si clicca su “ nessun commento”si apre uno spazio appunto per la scrittura dei commenti. La giovane amica che mi aiutato in questa impresa, suggerisce per esperienza (fa parte di un gruppo di lettura molto più numeroso del nostro) che lo scambio e la discussione scritta riescono meglio se si distingue lo spazio dedicato all’esposizione delle proprie idee dallo spazio dedicato ai commenti degli scritti altrui. A questa pagina di sola lettura si può accedere anche semplicemente con un “link”  trascritto sulla striscia delle richieste di Google, e poi cliccandoci sopra: il link è il seguente (basta fare copia e incolla, una delle invenzioni più straordinarie secondo me)

https://ilblogdilibrita.blogspot.com/

 AVVISO  AI  NAVIGANTI

Il nome di Paola nel blog è libritaonline@gmail.com e quello di Maria Paola è PRUDENTIA

 ci provo di nuovo

 ci provo

 

Altro commento al libro, da Patrizia

 

Il libro di Calaciura ha suscitato in me molte riflessioni, che mi avevano spinta ad annotare pensieri ed interrogativi su cui confrontarsi nel nostro incontro, ma la sensazione di un minore coinvolgimento da parte di molte amiche mi ha in parte, forse provvidenzialmente, frenato ad esternare qualcosa che oggi il commento di Anna ha riacceso.

Credo che Calaciura abbia pagato la provocazione insita nella scelta di affrontare un personaggio ed una vicenda complessi  non neutri rispetto all’esperienza che un  percorso, laico o religioso, ha comunque già costruito nel lettore; la conoscenza pertanto riaffiora e  condiziona inevitabilmente la possibile immedesimazione e reazione emotiva nei confronti della narrazione. Del resto  l’autore sembra contare sulla pregressa conoscenza dei Vangeli ufficiali da parte del lettore, dal momento che la utilizza, come espediente letterario, quando cala ad effetto citazioni evangeliche decontestualizzate (“Padre perché mi hai abbandonato?” riferito a Giuseppe), miracoli trasformati in sogni (Gesù che cammina sulle acque, vino inesauribile alle nozze di Nazaret), personaggi noti impegnati in situazioni nuove (Lazzaro che porta Gesù sulle spalle dopo una sbornia), fino a Giuda che diventa colui che salva da un possibile suicidio per impiccagione.

Concordo con le amiche che hanno apprezzato la prima parte del libro, in cui paure, contraddizioni e sfide dell’adolescenza vengono, anche per me, affrontate felicemente: il passaggio dall’infanzia protetta all’adolescenza che vuole affermare la propria autonomia nella scoperta contemporanea di se stessi e del mondo diventa  un percorso universale, una crescita in cui ciascuno può riconoscersi.

Una sottolineatura particolare vorrei darla al tema dell’amore, che il Gesù- uomo  non poteva non affrontare. Bella a mio avviso la declinazione che ne fa l’autore: il turbamento emotivo dell’adolescente dinanzi all’attrazione ancora misteriosa per l’altro sesso (la ragazza velata è perfetta!), l’innamoramento con i suoi possibili fraintendimenti, fino al tradimento doloroso delle aspettative(la ragazza che dona il suo corpo ad un altro), poi l’incontro più maturo con una donna che attrae per la sua personalità e libertà, con cui viene  condivisa la scoperta della fisicità e del sesso e che viene scelta come futura compagna di vita(destinata a scomparire perché incompatibile con l’epilogo storico a cui il finale sembra volersi allineare).

Credo infine che centrale nel libro sia il tema della solitudine, che scaturisce dal dramma di una predestinazione a cui sottosta’ l’intera vicenda. Il Gesù di Calaciura, ignaro della sua natura divina, è animato dagli stessi sentimenti e pulsioni con cui ogni uomo affronta il suo cammino terreno, ma a poco a poco vede concretizzarsi per lui un destino di inesorabile ed angosciosa solitudine che lo induce persino a pensare al suicidio.

 

 

 

 

 

 

 

 Salve sono Maria Paola con la mia Mini(Sigi)....Prudentia. Grazie dell' aiuto.

lunedì 12 aprile 2021

storia

Donna alla finestra

Dicono che sia poco elegante sb irciare dalla finestra

Dicono che sia poco educato osservare gli altri dalla finestra

Io però non do fastidio a nessuno.

Guardo chi entra e chi esce, riconosco i ladri, i vigili urbani

gli integralisti,i bambini trascurati, gli omosessuali, i transessuali, 

i gatti randagi, le vedove, i drogati, gli uomini di poca fede..

Acc... avrò chiuso il cancello !

a proposito dei termini inglesi troppo usati

 

Ho riflettuto sulla provocazione di Matilde a proposito dell’uso eccessivo di termini inglesi là dove si potrebbero usare parole italiane e sono arrivata a concludere che non sono del tutto d’accordo, anche se gli eccessi (e l’uso improprio) sono certamente ridicoli! Prima di tutto alcuni termini sono strettamente legati all’informatica: come sarebbe assurdo ormai chiamare “calcolatore” il computer o “lettera elettronica” le e-mail, anche le parole “account” “barcode” e “link” appartengono al mondo informatico internazionale per sua natura; in particolare link non si può tradurre con “legame”, ma ha il significato di “connessione, collegamento” di tipo informatico.  D’altra parte, ogni ambito professionale (es. medici, avvocati) utilizza linguaggi specifici incomprensibili a chi è estraneo a quel mondo!!

Ci sono poi altri termini che, secondo me, usati in inglese ci permettono di collegarci meglio al resto del mondo, che pure li utilizza, per esempio i termini legati all’economia, tipo spread, recovery fund, (che comunque per me in qualsiasi lingua sono piuttosto misteriosi!), oppure parole come premier, privacy, screening (termine medico). Certo qualche parola, se mal pronunciata fa fare brutte figure, per esempio caregiver pronunciato cargiver; però io trovo che la traduzione con “badante”  non è del tutto giusta, dà l’idea di una figura professionale retribuita, mentre il significato più corretto è chi si prende cura, che mi pare esprima qualcosa di più, spesso è un figlio, un coniuge, una madre o padre. Di molte parole trovo che la traduzione italiana proposta nell'esempio non sia efficace.

Per quanto riguarda altri termini (pet, know how, voucher, performer, teenager etc) ho parecchi dubbi, capisco che si possano usare benissimo i corrispondenti in italiano e che il loro abuso sia a volte irritante; penso comunque che il problema sia capire a fondo il significato di ciò che si dice, si legge e si ascolta, sicuramente ci viene richiesto uno sforzo in più per poter utilizzare la lingua (qualsiasi) al meglio.


 

 

 

commento al libro di Giosuè Calaciura "Io sono Gesù"

 

IO SONO GESU’ di Giosuè Calaciura                                   10 Aprile 2021

 

Il libro di Calaciura “Io sono Gesù”, che ho letto fino alla fine con curiosità, mi ha lasciato nel complesso un’impressione poco gradevole, mi è parso inutilmente strano, deprimente, triste. Alcune situazioni mi sono sembrate poco giustificate, immotivate, per esempio la scarsa serenità di Gesù sin da bambino, nonostante, come lui stesso sottolinea, sia costante l’affetto, la tenerezza, l’attenzione da parte dei suoi genitori; sì, descrive una vita di estrema povertà e di spostamenti dovuti a misteriose minacce, ma certamente la sua è un esistenza simile a tante altre in quel tempo e in quel paese, “non ci sono ricchi a Nazaret”, dice. Perché Giuseppe abbandona la sua famiglia che pure aveva accettato e protetto amorevolmente? Perché Gesù ragazzo abbandona la madre senza alcun preavviso o spiegazione, facendola soffrire? La ricerca del padre non appare così pressante, la sua sembra piuttosto una fuga in cerca di avventure, un modo, molto comprensibile per un adolescente,  di misurarsi con il resto del mondo, di diventare adulto. Strano anche il suo rapporto con la madre con cui non parla quasi mai, non ci sono dialoghi e neanche grandi segni di tenerezza (se non da parte di Maria) tra di loro, Gesù sembra mostrare più affetto nei confronti della sua asina!

La scrittura di Calaciura è certamente ricca, poetica, molto densa e affascinante, ma nello stesso tempo inquietante, a volte eccessiva. Alcune figure sono belle, ben disegnate e rimangono nella mente, in particolare quella di Anna, del vecchio Gionata, di Delia; altre invece (Marta e Maria, Lazzaro) sono appena abbozzate e non si capisce se ci sia un qualche collegamento con le figure descritte nel Vangelo. Mi è sembrato di cogliere contraddizioni anche in altri momenti:  da una parte sembra che Gesù sia ben inserito nel suo ambiente, aiuta con generosità i vicini a difendersi dai nemici (gli uomini armati, i cani rabbiosi) e a ricostruire le case bruciate, c’è una sensazione di amicizia quando tutti condividono la stessa casa, cercando insieme di far rinascere il proprio paese con spirito di collaborazione; invece poi prevale l’impressione di una estrema solitudine, di incapacità a rapportarsi con gli altri, di mancanza di affetti. Anche i motivi suggeriti sulle cause della morte di Anna non mi sono sembrati validi: perché mai la nascita di una coppia in procinto di sposarsi con l’approvazione dei familiari, avrebbe dovuto provocare ostilità nella comunità? Anche il finale è poco concluso, il rapporto di affetto (ma anche di gelosia) che lo lega al cugino Giovanni non spiega per quale motivo lui si accinga a raggiungerlo e, forse, a seguirne le tracce. Nel complesso la figura di Gesù risulta quella di un uomo complicato, sofferente, poco incline ad aprirsi agli altri, immotivatamente pessimista e diffidente, non mi ha suscitato grande empatia.

domenica 11 aprile 2021

giovedì 8 aprile 2021

 Carissime,

forse sono entrata in questo misterioso mondo. A presto con una riflessione da condividere. Sempre sperando di spupazzarvi dal vivo. Zezè M.L.

venerdì 2 aprile 2021

giovedì 1 aprile 2021

 Viva Sandra! continua a guardare dalla finestra e raccontaci... E Brava Letizia!