sabato 19 febbraio 2022

 Sandra

Oliva Denaro di Chiara Ardone

Il tema è coinvolgente ma non voglio ripetere quello che ha descritto b enissimo Anna.Il libro mi è piaciuto molto. L'abilità della scrittrice, con un linguaggio semplice e scorrevole, è quella di immedesimarsi totalmente in quella vicenda di paese, in una Sicilia ancora con strascichi di medioevo, di modalità di comportamenti arcaici, e Viola diventa Oliva ( o lo è stata ?).

Una sedicenne aperta ai sogni agli sguardi dei ragazzi che non accetta il rapimento la violenza come prezzo da pagare per il matrimonio, si rivolta contro le usanze del paese che la vorrebbero legalizzare e  cerca aiuto proprio nella legge!!!! Il rapporto con il padre, silenzioso e protettivo,  il linguaggio della madre che piano piano comprende il 'No' della figlia Infine il ritorno in paese dopo vent'anni, come risanata e appagata nel lavoro. L'ultima parte mi è sembrata un pò confusa rispetto alla linearità precedente, con quell'alternarsi tra l' ' io ' di Oliva e l'io ' del padre......

venerdì 18 febbraio 2022

 

Durante la mia lunga non so se vacanza o degenza in Sardegna, ho letto Quei laceri galloni d’oro, il libro scritto da Zezè sulle vicende della sua famiglia durante la seconda guerra mondiale.

Suo padre, ufficiale di marina, dopo l’8 settembre 1943 rifiutò – come la grande maggioranza dei militari italiani – sia di aderire alla Repubblica di Salò sia di lavorare per il Terzo Reich, e fu quindi imprigionato in Germania.

Sua madre, i suoi fratelli maggiori e lei stessa – allora piccolissima – si rifugiarono a Esperia in Ciociaria, nella casa della famiglia materna; lì subirono prima i bombardamenti alleati poi la liberazione da parte dei soldati marocchini – i cosiddetti Goumiers – comandati dal generale francese Juin; quei soldati approfittarono ampiamente della promessa, fatta loro dal generale, di 50 ore di razzia e saccheggio del territorio. Razzia e saccheggio che comprendevano la violenza su tutte le donne che non riuscirono a sfuggir loro. Questa vicenda avrebbe poi ispirato a Moravia il romanzo La ciociara e – come nota Zezè – se non ci fosse stato questo libro, sulla vicenda delle “marocchinate”(come furono chiamate le donne vittime della violenza dei Goumiers) sarebbe calato un silenzio ancora più pesante di quello che nel dopoguerra quasi la seppellì.

Mi scuso con quelle che hanno letto il libro, per queste righe di cui non avevano certo bisogno.

Ho letto il libro con molto interesse, in poco tempo come appunto i libri che interessano. E qui voglio notare una cosa che direi singolare, se non fosse che purtroppo la seconda guerra mondiale ne ha avute infinite di storie singolari e incredibili. La singolarità propria di questa storia però è che una sola famiglia, divisa da migliaia di chilometri, è stata coinvolta in due vicende collettive importanti e gravissime, diverse tra loro e che però hanno in comune una cosa: per molti anni sono state quasi dimenticate e oggi ancora non sono abbastanza conosciute. Per questo ha fatto bene Zezè a scrivere e comporre questo libro, troppe storie che ci farebbero scoprire un pezzo di mondo muoiono con chi le conosce e non le racconta.

mercoledì 16 febbraio 2022

 



Questo è il nuraghe che si trova ad Armungia, paese natale di Emilio Lussu, proprio nel paese. Il che costituisce una rarità  perché i nuraghe si trovano sempre in aperta campagna. All'interno dei paesi ce n'è soltanto altri tre in tutta la Sardegna. L'albero è un mandorlo in fiore.

 Voglio soltanto comunicarvi il mio entusiasmo per la lettura appena fatta di Marcia su Roma e dintorni di Emilio Lussu. Lussu racconta di come il fascismo si sia imposto in Sardegna e delle proprie vicende personali determinate dalla più generale vicenda politica. Sapevo da tanto tempo che questo libro esisteva, ma credevo si trattasse di un documento, di una testimonianza importante. Naturalmente è anche questo, ma è contemporaneamente un libro bellissimo, con una scrittura essenziale. stringata e spesso ironica che si legge senza tirare il fiato. Come documento mi ha fatto l'effetto che mi fece un anno fa la lettura di M di Antonio Scurati: scoprire che il fascismo è stato molto, ma molto, più feroce e sanguinario di quel che pensassi, non soltanto durante la repubblica di Salò ma sempre, fin dall'inizio, non soltanto con il delitto Matteotti e l'olio di ricino, ma con tantissimi altri omicidi commessi a sangue freddo spessissimo contro persone inermi. Però l'entusiasmo detto all'inizio è per la qualità letteraria del libro. 

                                                                                                                          Paola

seguendo il consiglio di Patrizia ho scritto qualcosa su "Oliva Denaro" subito dopo averlo letto, se vi va leggete!! Anna

“Oliva Denaro”                                                  di Valeria Ardone

Gennaio 2022

 

Un romanzo bellissimo, di un’autrice di cui avevo già apprezzato “Il treno dei bambini”; una storia ambientata in un minuscolo paesino della Sicilia degli anni 60, chiuso in una mentalità arcaica, dove l’ignoranza e la maldicenza dominano e definiscono i rapporti umani, dove le regole sono scandite dai detti della madre di Oliva: “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”, “i film fanno venire i grilli per la testa”, “adesso vedi di tenerti pulita”, “non correre”. Oliva è una ragazzetta di 15 anni che si fa subito amare perché tira pietre con la fionda per difendere il suo amico Saro, cerca lumache e dipinge di giallo il pollaio con suo padre, corre a scattafiato con i suoi zoccoletti, ama studiare e leggere, nonostante le proibizioni e le condanne più o meno velate dell’ambiente che la circonda, teme di diventare femmina perché dovrà difendersi dai maschi. Ai tanti personaggi meschini, vittime loro stesse della grettezza che le fa parlare e spettegolare, si contrappone la figura del padre di Oliva, un uomo che resiste alle angherie della moglie con il suo silenzio, che è legato alla figlia da un affetto profondo, che le sta accanto e le dà forza per prendere decisioni importanti e sofferte. La scrittrice ha un suo modo delicato, ma efficace di descrivere le ambiguità e le contraddizioni dell’attrazione tra i sessi, le “ragioni” di chi pensa di essere nel giusto quando impone l’amore con la violenza. Oliva, supportata dall’amica Liliana e dal padre, dice no all’abuso subito, si ribella ad una violenza sostenuta da una legge sbagliata e ne paga dolorosamente il prezzo. Man mano che gli eventi si svolgono anche il personaggio della madre (prima lo strappo e dopo la carezza) si evolve, se ne comprendono le fragilità, anche lei comincia a capire e a cambiare, si ritrova orgogliosa a fianco della figlia. L’ultima parte del libro, che si svolge nel 1981, ha un finale lieto, rasserenante; finalmente la lunga lotta, che aveva imposto un doloroso allontanamento dal paese e dai propri cari,  ha termine, Oliva riallaccia quei rapporti affettivi tanto dolorosamente spezzati, anche a livello politico qualcosa cambia, vengono finalmente cancellate le barbare norme che prevedevano il matrimonio riparatore e il delitto d’onore.

Il libro mi ha fatto riflettere sulla mia infanzia: sono nata a Catania in una famiglia siciliana, ma quando avevo tre anni ci siamo trasferiti a Roma e tornavamo in Sicilia solo per le vacanze estive, nel 1960 io avevo 12 anni, con le mie sorelle ci sentivamo “romane”, ci sentivamo “guardate” con una certa curiosità e interesse per questo, prendevamo un po’ in giro nostra nonna (che quando divenne più anziana venne a vivere con noi) per il suo accento e il suo dialetto, ci sembravano buffe alcune vecchie zie e alcune abitudini, ma non ho mai respirato quell’aria di oppressione che si sente pesantemente nel libro. Certamente la mia famiglia era di un’estrazione sociale e culturale molto diversa da quella di Oliva, mio padre, magistrato di Cassazione, autorevole e dolcissimo, di grande apertura mentale, non ha mai messo in dubbio che noi figlie dovessimo studiare ed essere economicamente indipendenti.

lunedì 7 febbraio 2022

 Vi invio, per quanto possa valere,  un mio commento ad un libro che ho trovato molto interessante, anche se alcune parti sono state di difficile lettura. Anna

“Fermare Pechino”                                         di Federico Rampini

Dicembre 2021

 

Un libro attualissimo e interessante, un esame accurato e approfondito della situazione politica mondiale con l’attenzione rivolta in modo particolare alle due superpotenze, USA e Cina, che si affrontano e contrappongono. Il giornalista dimostra di conoscere dall’interno i tanti aspetti della realtà cinese, anche delle vicende storiche che le hanno prodotte, ha una visione personale della complessità del fenomeno Cina; attraverso l’esame di testi letterari e produzioni cinematografiche, sa descriverne le tante caratteristiche negative, come il razzismo, la  mancanza di rispetto per i diritti umani, le enormi diseguaglianze sociali, l’aggressività, la brutalità di un potere tirannico come quello di Xi Jinping, l’aver tenuto nascosti i crimini compiuti da Mao Zedong. Sa anche vedere le tante ragioni del successo economico, che ha portato questo paese ad una rapidissima ascesa e ad una posizione predominante sulla scena mondiale. Mette in guardia l’Occidente ed in particolare gli Stati Uniti sul pericolo che la competizione degeneri fino a portare ad una guerra. Sottolinea come il progetto di ripristinare un modello socialdemocratico negli USA, portato avanti da Biden, sia indebolito da una feroce critica interna: le accuse di razzismo, esasperate dal movimento “Black Lives Matter”, la colpevolizzazione dell’uomo bianco per tutti i misfatti dell’umanità, la posizione dei “Trenta tiranni”, (conflitto tra Atene e Sparta) quelle élite economiche americane che si sono arricchite commerciando con la Cina e utilizzando la mano d’opera cinese a basso costo. Tutto ciò rischia di rafforzare la Cina dove invece l’opposizione non ha voce e quindi c’è, o almeno sembra esserci, grande coesione sociale.

Mi ha colpito come l’autore conosca la storia e l’evoluzione dei movimenti ecologisti, come sappia scavare a fondo nei fenomeni e denunci falsità ed eccessi ambientalisti che hanno inficiato il buon esito di alcune battaglie. Ho anche avuto la sgradevole sensazione che forze enormemente più grandi di noi abbiano in mano il dominio della scena, abbiano il potere di condurre il gioco, senza che noi, gente comune, possiamo in qualche modo avere un peso, con i nostri comportamenti e le nostre scelte, sul corso degli eventi (cosa in cui invece continuo a credere!).