Riunione di Librità del 12 ottobre 2021
Sul terrazzo di Rita siamo Adriana, Anna, Giovannella, Letizia, Maria
Paola, Matilde, Paola, Patrizia, Rita, Sandra, Zezè. Non sono potute venire
Marta e Nilde, quest’ultima finalmente quasi in volo per la Danimarca.
Parte un accenno di discussione sull’eutanasia, ma poi passiamo ad altro e
ci dedichiamo a stabilire il calendario delle riunioni del prossimo anno. Il
criterio è la rotazione dei giorni della settimana mese dopo mese, escludendo
sabato e domenica Eccolo:
Novembre – Mercoledì 24
Dicembre – Giovedì16
Gennaio – Venerdì 21
Febbraio – Lunedì 21
Marzo – Martedì 22
Aprile - Mercoledì20
Maggio – Giovedì 19
Giugno – Venerdì 17
Anna si è sbagliata sul titolo del libro di Grossman e invece de La vita
gioca con me ha letto A un cerbiatto somiglia il mio amore. Anche
Zezè si è sbagliata e di Marco Balzano ha letto invece che Quando
tornerò, Resto qui. Quest’estate aveva bisogno di distrarsi e ha letto
molti libri gialli. Il gruppo è diviso tra chi legge gialli e chi non li legge.
Rita e Matilde hanno letto o riletto Al giardino non l’ho ancora detto
di Pia Pera, una scrittrice della quale molte di noi si racconta nel libro
vincitore del premio Strega, Due vite, di Emanuele Trevi. Nel suo libro Pia
Pera racconta del suo giardino e del tragico progredire della malattia, la
sclerosi, che l’ha portata alla morte.
Matilde consiglia la lettura di un libro di recente pubblicazione che
raccoglie gli scritti di Pia Pera pubblicati a suo tempo dalla rivista Gardenia.
A proposito di giardini
Zezè. se non ricordo male, sogna di una gita di tutte noi a Salerno, con
visita al Giardino della Minerva. Nel medioevo fu un giardino dei semplici
usato a fini didattici per gli studenti della scuola di medicina salernitana.
E Letizia ci informa che all’orto botanico di Roma adesso è permesso di
fare picnic.
Rita. In primavera è da vedere il giardino giapponese.
Anna. Ci parla di Lignarius , un centro di ebanisteria e restauro in cui è
possibile seguire dei corsi per chi vuole imparare queste arti. A proposito
dell’Afganistan e dell’angoscia per la situazione di quel paese e delle sue
donne, ha riletto Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini.
Paola. Vorrebbe tanto abolire quel che a volte si dice di alcuni libri
“sarebbe stato meglio con cento pagine di meno”, forse le sembra una
faciloneria, anche se deve ammettere che a volte ha un senso.
Trovo negli appunti, riferito a Letizia, e forse a questo mi riferivo io
col discorso sulle cento pagine di meno “gli scrittori non hanno il coraggio di
scrivere…” ma non sono capace di ricordare il senso di questo intervento.
Scusami, Letizia.
Rita. Ha letto e apprezzato Canale Mussolini
Paola. Ha letto e apprezzato Mio fratello di Daniel Pennac nel quale
libro sono citati numerosissimi brani del libro di Melville Barthleby lo
scrivano
A questo punto Annamaria ci lascia, la scuola delle sue nipotine pratica
ancora un “tempo corto” e qualcuno deve pur andarle a prendere. Prima di andare
ha consigliato a Zezè, che al momento ha sete di gialli, Il richiamo del
cuculo. E’ della stessa autrice che ha scritto Harry Potter, ma per
scrivere gialli ha preso lo pseudonimo di Robert Galbraith.
Cominciamo a lanciare titoli da leggere per la prossima riunione:
Paola, Barthleby lo scrivano, Sandra, Le piccole virtù di
Natalia Ginzburg, Giovannella, La strada del mare di Antonio Pennacchi.
Sandra. Ci dice che Cambiare l’acqua ai fiori le è piaciuto molto,
secondo lei ha un taglio cinematografico, molte di noi però l’hanno già letto.
Non è riuscita a finire La figlia unica, l’altro libro proposto per la
discussione di oggi; se ricordo bene, perché la faceva star male.
Letizia. La figlia unica le è piaciuto molto: il taglio che riesce a
dare dei vari personaggi, la descrizione dei tanti modi di essere madre, “il
sentirsi madre anche se non lo si è”. Poi ha letto, sempre in tema di maternità,
di Ashley Audrain, una scrittrice canadese, La spinta; è la storia di
una madre che ha problemi con i figli. Inquietante, ma non un capolavoro.
Rita. Il più bello dei tre libri che erano in programma per oggi secondo
lei è La figlia unica. Quasi inquietante la vicenda dei piccioni.
Patrizia l’ha trovato ben scritto, l’ha letto tutto d’un fiato.
Matilde. A “Che tempo che fa” ha
ascoltato la Litizzetto parlare del suo libro, nel quale racconta di un affido
difficile di due bambini, accolti da lei
uno all’età di sette e uno all’età di nove anni, che hanno una madre vivente.
La maternità non è una sinecura.
Rita. Sul libro di Grossman: il lager jugoslavo di cui racconta è vero, ed
è bene averne avuto notizia. Trova però il libro ripetitivo.
Giovannella. Anche lei lo trova ripetitivo e trova faticosa la lettura dei
doppi flash back.
Rita. Ha letto e le è piaciuto La
famiglia Moskat di Isaac Bashevic Singer, anche se lo ha trovato un po’
faticoso per il grande numero di personaggi.
Patrizia. Dovesse dare un consiglio di lettura non consiglierebbe il libro
di Grossman.
Matilde. A proposito di Quando tornerò, racconta della signora
filippina che lavora da anni in casa di suo figlio Gabriele: ha cinque figlie e
le ultime tre (undici, sedici e diciotto anni) rimaste nelle Filippine con la nonna,
è finalmente riuscita a farle venire in Italia a luglio; e con l’aiuto di
Gabriele sono tutte e quattro in regola, vanno a scuola.
Giovannella legge l’intervento che Patrizia ha scritto per il nostro blog a
proposito di questo libro e sullo spinoso problema delle badanti in Italia. Ne
nasce una discussione sulla colpevolizzazione che questo problema crea a noi
fortunate cittadine e cittadini del primo mondo, discussione che è mi è difficile riferire, Forse posso
sintetizzare così, sarò scusata spero se non riferisco esattamente: la colpa di
queste situazioni è del sistema politico nostro e dei paesi da cui queste donne
provengono, ma Patrizia in qualche modo pensa che una responsabilità personale in qualche modo l’abbiamo anche noi, mentre
Giovannella lo nega e anche io forse sono d’accordo con Giovannella. Però è
molto difficile non sentirsi in colpa nel passare indenni accanto a queste vite
e alle altre terribili di ogni genere, alle morti nel mare e… numerare tutte le
atrocità è impossibile.
Anna. L’ingiustizia è a monte, vengono perché hanno bisogno.
Patrizia. Bisogna battersi.
Paola. E’ un problema politico mondiale.
Zezè. Le migrazioni sono un prodotto delle disuguaglianze.
Letizia. Cita un’altra situazione molto triste: una signora ucraina con una figlia già
adulta che ha dovuto lasciare i suoi bambini al paese; era molto triste e ora
che ha fatto venire i figli in Italia è rinata.
Rita. Ai governi da cui provengono queste donne, questa forma di emigrazione
conviene per via delle rimesse…
Patrizia ripete l’invito a scrivere sul blog le nostre impressioni sui
libri che di volta in volta dovremo leggere, perché questo renderebbe più ricca
e produttiva la discussione durante le riunioni.
Paola è molto d’accordo con lei.
Patrizia e Rita. Pensano che la conclusione del libro di Balzano sia che la
protagonista che alla fine del libro torna in Italia per partecipare a un
funerale, non tornerà più nel suo paese.
Anna legge uno scritto di una partecipante alla marcia della pace di
Assisi, molto bello.