venerdì 18 febbraio 2022

 

Durante la mia lunga non so se vacanza o degenza in Sardegna, ho letto Quei laceri galloni d’oro, il libro scritto da Zezè sulle vicende della sua famiglia durante la seconda guerra mondiale.

Suo padre, ufficiale di marina, dopo l’8 settembre 1943 rifiutò – come la grande maggioranza dei militari italiani – sia di aderire alla Repubblica di Salò sia di lavorare per il Terzo Reich, e fu quindi imprigionato in Germania.

Sua madre, i suoi fratelli maggiori e lei stessa – allora piccolissima – si rifugiarono a Esperia in Ciociaria, nella casa della famiglia materna; lì subirono prima i bombardamenti alleati poi la liberazione da parte dei soldati marocchini – i cosiddetti Goumiers – comandati dal generale francese Juin; quei soldati approfittarono ampiamente della promessa, fatta loro dal generale, di 50 ore di razzia e saccheggio del territorio. Razzia e saccheggio che comprendevano la violenza su tutte le donne che non riuscirono a sfuggir loro. Questa vicenda avrebbe poi ispirato a Moravia il romanzo La ciociara e – come nota Zezè – se non ci fosse stato questo libro, sulla vicenda delle “marocchinate”(come furono chiamate le donne vittime della violenza dei Goumiers) sarebbe calato un silenzio ancora più pesante di quello che nel dopoguerra quasi la seppellì.

Mi scuso con quelle che hanno letto il libro, per queste righe di cui non avevano certo bisogno.

Ho letto il libro con molto interesse, in poco tempo come appunto i libri che interessano. E qui voglio notare una cosa che direi singolare, se non fosse che purtroppo la seconda guerra mondiale ne ha avute infinite di storie singolari e incredibili. La singolarità propria di questa storia però è che una sola famiglia, divisa da migliaia di chilometri, è stata coinvolta in due vicende collettive importanti e gravissime, diverse tra loro e che però hanno in comune una cosa: per molti anni sono state quasi dimenticate e oggi ancora non sono abbastanza conosciute. Per questo ha fatto bene Zezè a scrivere e comporre questo libro, troppe storie che ci farebbero scoprire un pezzo di mondo muoiono con chi le conosce e non le racconta.

2 commenti:

  1. Sono Letizia
    grazie Paola del commento al libro di Maria Luisa Zezè, ancora non ho avuto occasione di leggerlo, interessante la tua nota sul fatto che i due avvenimenti drammaticissimi siano avvenuti nella stessa famiglia! Grazie a Zezè di aver avuto la forza di scrivere questo libro e di aver quindi ridato risalto ad avvenimenti poco conosciuti.

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  2. Care Paola e Letizia e le altre che stanno ancora leggendo, mi importa molto che abbiate colto il sommarsi, nella stessa famiglia e contemporaneamente, di due vicende drammatiche,familiari e collettive poco pubblicizzate. Io stessa, che ne ero parte, ne ho ricostruito a distanza di tempo l'importanza.Questo testo ha occupato la mia vita negli ultimi anni, ho faticato per ricerca e pubblicazione,ma sta restituendo molto a me ed alla mia famiglia. Se vi sono chiarimenti o domande da parte vostra sarei felice di rispondere, intanto grazie davvero per l'interesse.

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